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La Cabannina

Dual Breeding Project Cabannina

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Dual Breeding Project (DBP) Cabannina - Dr. Giampaolo Risso

 

La conservazione della biodiversità è un obiettivo europeo, e fa parte dei Piani di Sviluppo Rurale degli Stati Membri. Secondo il rapporto FAO del 2016, oltre il 17% delle specie animali domestici sono a rischio d’estinzione, mentre di oltre il 58% non si hanno informazioni.

In Italia il progetto Dual Breeding approvato dal MIPAAF – Autorità di gestione del PSRN Biodiversità sottomisura 10.2 – è finalizzato all’approfondimento della conoscenza, alla valorizzazione e alla salvaguardia della tipicità genetica delle razze bovine a duplice attitudine 

Le principali azioni su cui è incentrato il progetto mirano:

  • ad ottenere una caratterizzazione fenotipica degli animali mediante la rilevazione di nuovi parametri fenotipici di tipo morfologico, produttivo, connessi al benessere ed alla resistenza alle malattie, alla longevità e rusticità ed al superamento dei difetti;

  • ad ottenere una descrizione e una gestione della variabilità genetica mediante il calcolo e la stima di nuovi parametri genetici e genomici e la completa caratterizzazione genomica della razza, per una migliore gestione degli accoppiamenti e il controllo della consanguineità;

  • alla gestione ottimale delle risorse genetiche della razza mediante l’organizzazione e la raccolta di nuove informazioni e l’utilizzo di nuovi strumenti come la costituzione della banca di germoplasma, della banca di materiale biologico, la predisposizione di prove di accrescimento in stazione di controllo e l’implementazione del database per accogliere in modo appropriato le informazioni e i dati prodotti sui bovini della razza;

  • a promuovere iniziative di formazione e divulgazione delle innovazioni e dei risultati derivati dal progetto.

Le razze autoctone italiane coinvolte nel progetto sono 16, esse presentano storie selettive consistenze, attitudini, e contesti ambientali e socio-produttivi alquanto diversificati.

Delle 16 razze 14 sono considerate minacciate di abbandono; a queste si devono aggiungere le varianti della razza Valdostana Castana e Pezzata Nera.

La caratterizzazione fenotipica ha riguardato tutte le razze eccezion fatta per la P.R.I. in quanto razza ad ampia diffusione. Per ciascuna razza si è definito una specifica scheda di rilevazione dei dati e si è definito un unico protocollo di raccolta dei dati. A tal proposito si è proceduto definendo un elenco di caratteri da rilevare, creando un manuale di rilevazione e sviluppando un software per le rilevazioni dei dati e per l’archiviazione degli stessi.

La scheda seguente mostra i caratteri che sono stati rilevati per ciascun capo, individuato dalla Associazione Nazionale di Razza. Per la scelta dei capi è stata data la precedenza alle femmine mature con il maggior numero di informazioni presenti nel data base.

 

Le visite in Azienda per Dual Breeding di tutte le fasi (Risso Giampaolo dal 2018 al 2023)

15/05/2018

Az. Agr. Autra

Molini Ettore

17/05/2018

Garaventa Massimo

Az. Agr. Dolce Fiorita

Casella Luigi

24/05/2018

Cella Angelo

Az. Agr. Caregli

Az. Agr. Ertola

31/05/2018

Cella Antonella

Cella Rosanna

Fulle Paola

Ratto Cristiano

28/06/2018

Capra Emanuele

Castagnola Paolo

Sivori Anna Maria

Criniti Emanuela

19/07/2018

Galantini Marco

5/08/2018

Verardo Luca

11/02/2022

Az. Agr. Caregli

Boreanaz Francesca

Odino Sara

21/02/2022

Az. Agr. Dolce Fiorita

Cella Rosanna

Fulle Paola

21/03/2022

Az. Agr. Autra

21/04/2022

Verardo Luca

Wolcevich Claudia

18/01/2023

Perazzo Marina

Quirini Luca

 

 

 

Caratterizzazione genetica delle razze e delle specie autoctone ed allevate in Italia

La diffusione della tecnica d’analisi genomica ha aperto uno scenario impensabile fino a pochi anni fa, offrendo un nuovo importante strumento; questo può essere utilizzato non solo per la valutazione genomica per caratteri di interesse selettivo, ma anche per studi finalizzati a caratterizzare geneticamente una popolazione/razza, fornendo ulteriori possibilità all’attuazione di programmi mirati al monitoraggio e gestione della variabilità genetica e della problematica relativa alla diffusione delle tare genetiche. Per ciascuna razza si sono definiti i criteri di individuazione dei soggetti da genotipizzare con lo scopo di consentire la raccolta di un campione rappresentativo della popolazione esistente. Per alcune razze si è proseguito anche alla genotipizzazione di soggetti maschi di cui era stoccato del materiale genetico nella banca seme. In tabella 3 sono riportati per ciascuna razza il numero di capi genotipizzati.

Monitoraggio della diversità genetica nelle razze autoctone italiane e relativa valutazione.

Premessa: La disponibilità di un numero consistente di genotipi, scelti con i criteri consentirà di disporre delle informazioni necessarie per l’attuazione di questa azione finalizzata al monitoraggio della diversità genetica. La caratterizzazione e differenziazione delle razze non ha scopi meramente di ricerca o di monitoraggio della variabilità genetica, ma offre un importante strumento per poter poi, in ultima analisi, differenziare non solo gli animali ma soprattutto i prodotti (carne, latte e derivati) che da essi si possono ottenere.

Le analisi effettuate sono le seguenti: Analisi Runs of Homozygosity (ROH). L’analisi delle ROH consente la stima del livello di eterozigosità in popolazione. Le ROH sono dei segmenti in cui si susseguono in maniera ininterrotta dei genotipi omozigoti; vengono considerate come degli indicatori di inbreeding genomico i cui valori verranno confrontati con il coefficiente di inbreeding calcolato sulla base del solo pedigree, coefficiente che solitamente sottostima il reale livello di consanguineità. L’analisi della distribuzione delle ROH e degli SNP che sono inclusi con elevata frequenza nelle ROH permette lo studio delle Selection Signatures, regioni del genoma dove si verifica un calo dell’eterozigosi legato alla selezione che tende a fissare l’allele più favorevole. Tramite il software Zanardi (Marras et al., 2015) sono state calcolale le ROH. Tra i parametri più importanti delle ROH vanno ricordate la lunghezza e la loro frequenza all’interno della popolazione. ROH lunghe sono indice di inbreeding (inteso come accoppiamento fra animali parenti) recente nel tempo, mentre ROH più corte indicano fenomeni di inbreeding lontani nel tempo. Lo studio ha riguardato la maggior parte delle razze coinvolte nel progetto si tratta ora di integrare i nuovi genotipi prodotti ed aggiornare i risultati ottenuti. Questi risultati devono essere validati su una base più ampia di informazioni.

 

Studio della diversità tra le varie razze.

Una volta disponibili i genotipi delle singole razze si è operato uno studio finalizzato a valutare le differenze tra di esse. Nel grafico che segue si osserva la vicinanza della Cabannina alla Agerolese e alla Pinzgauer

Riguardo alla Agerolese si può ipotizzare che la vicinanza sia dovuta alla deportazione dei Liguri nel Sannio avvenuta nel 180 a.C. come indicato dallo Storico Tito Livio di cui allego il riferimento.

Sulla deportazione dei Liguri Apuani nel Sannio (180 – 179 a.C.):

(180 a.C.) I Liguri, che prima dell’arrivo dei consoli nella provincia non si sarebbero aspettati la guerra, assaliti all’improvviso, si arresero in numero di circa dodicimila uomini. Cornelio e Bebio consultarono dapprima per lettera il Senato, quindi stabilirono di deportarli dai monti in territori di pianura lontano dalla patria, affinché non potessero sperare di tornare a casa loro, stimando che le guerre con i Liguri non sarebbero mai cessate, se non si fosse preso tale provvedimento. Il popolo romano possedeva agro pubblico nel territorio dei Sanniti: terre che erano state dei Taurasini. Volendo deportare colà i Liguri Apuani, ordinarono che questi scendessero dalle loro montagne con i figli e con le mogli, portando con sé tutti i loro beni. I Liguri supplicarono più volte, per mezzo di ambasciatori, di non essere costretti a lasciare i loro penati, la patria in cui erano nati e le tombe dei loro padri: promettevano in cambio di consegnare le armi e di dare ostaggi. Poiché non ottenevano nulla e non avevano forze sufficienti per combattere, obbedirono all’editto. Circa cinquantamila uomini liberi, con le loro donne e i figli, furono trasferiti (traducti) a spese dello Stato. Furono loro assegnate centocinquantamila libbre d’argento, con cui procurarsi il necessario per stabilirsi nelle nuove sedi. La divisione e l’assegnazione del territorio furono affidate agli stessi che avevano organizzato il trasferimento, Cornelio e Bebio; su loro richiesta, fu loro assegnato dal Senato un collegio di cinque membri (quinqueuiri) con funzioni consultive. Portata a termine l’impresa e ricondotto a Roma l’esercito veterano, il Senato decretò loro il trionfo; furono i primi a trionfare senza avere combattuto una guerra. Davanti al cocchio trionfale furono condotte solo le vittime per il sacrificio, perché nel loro trionfo non c’era bottino o prigionieri da fare sfilare, né altro che potesse essere distribuito ai soldati.
Livio XL, 38

 

Riguardo alla Pinzgauer non so giustificare, ma fra le Cabannina erano presenti anche capi con il mantello a macchie bianche sul tronco e sul dorso che, da Esperto di razza, ho sempre scartato ma che gli Allevatori hanno riferito essere sempre state presenti e chiamate Cabannina stellue.

L’ultima fase del progetto riguarda la raccolta del materiale biologico. Lo stoccaggio del seme è il migliore sistema per mantenere una risorsa genetica nel tempo. Così al seme già stoccato si aggiungeranno altri 3 torelli, scelti in base ai dati genetici e funzionali raccolti dall’ANARB e integrati dei risultati del DBP.

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La ricerca della qualità

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La ricerca della qualità - Riccardo Collu

Disciplinare, ovvero dare delle indicazioni. Il termine spiegherebbe quasi tutto, ma a volte questa serie di consigli vengono interpretati come imposizioni, limitazioni al proprio operato ma non è così. Ogni prodotto di qualità, ha delle regole minime che devono essere applicate per ottenere una qualità minima, che garantisca igiene e sicurezza alimentare per il consumatore. Queste non sono niente altro che la così detta pratica del “buon padre di famiglia” che sceglie il meglio per i figli.

Nascono così i disciplinari, una serie di regole che indicano ad esempio qual è la corretta alimentazione nel rispetto della tradizione e del benessere animale, oppure citano alcune regole di allevamento, magari limitando il più possibile l’uso della catena. Certo non solo questo, nei disciplinari vengono riportate le zone tipiche di allevamento per la salvaguardia di una razza, ma nessuno vieta di allevare fuori della zona di origine, ma vi sono degli svantaggi. Per non parlare di bovini, facciamo l’esempio della gallina Livornese, allevata in tutto il mondo tanto che dal 2007 si stanno nuovamente ricercando i caratteri originali con la collaborazione di Università. Anche le trasformazioni hanno indicazioni nei disciplinari, l’esempio più classico è nei vini dove dalle uve Nebbiolo si ricava secondo le zone e le tecniche Barolo, Barbaresco, Gattinara, Boca, Bramaterra o l’Inferno della Valtellina. Ognuno di essi ha caratteristiche diverse e di qualità perché rispettano i singoli disciplinari. Riguardo la nostra amata Cabannina saranno riportate le tecniche di trasformazione per ottenere uno dei formaggi o dei salumi che le persone riconoscono nella tradizione. Seguendo i disciplinari si ottiene un prodotto di qualità che può essere contrassegnato dal marchio di Aparc o di Slow Food. Il marchio garantisce la salubrità del prodotto che risponde a caratteristiche minime di igiene, qualità, sapore e la costanza di queste caratteristiche nel tempo. Per questo chi aderisce, dovrà richiedere che i prodotti siano periodicamente visionati e potrà fregiarsi del marchio. Il consumatore, vedendo il logo capirà che il prodotto è di qualità ma anche che è originale, ovvero realizzato con la cabannina. I disciplinari regolamentano anche tutto il percorso dei prodotti, ma anche della carne che deve essere sempre separata dalle altre e riconoscibile. In ogni fase di vendita ciò deve essere possibile per garantire al cliente finale di gustare la vera Cabannina razza antica ligure. Per questo il rispetto volontario dei disciplinari garantisce serietà della produzione, dei produttori e di qualità per il consumatore.

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Uno sguardo al futuro

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Uno sguardo al futuro - Marcello Villa

 Ritengo siano indispensabile azioni di promozione culturale e sociale adeguate e consistenti, confortate dalle direttive di specialisti della formazione esperti nel settore agro-zootecnico. L’obbiettivo di avvicinare i giovani di oggi, soprattutto le ragazze, all’allevamento e alla terra è tanto scontato, quanto impellente. Il domani che immaginiamo è già qui e non va aspettato, va vissuto; oggi servono allevatrici e allevatori che sappiano essere imprenditori colti, evoluti e specializzati, non possono bastare i saperi storici relativi all’allevamento e alla caseificazione che vanno, invece considerati e riconosciuti quali testimonianze viventi del cammino di un popolo, quello a cui appartengono anche altri attori che, la società moderna poco conosce e considera se non come argomento di conversazione salottiera. E’ indispensabile ed impellente innovare e rinnovarsi nel pensiero e nel lavoro, servono azioni di promozione dei prodotti, di aggiornamento alle mutevoli esigenze del mercato, sempre in movimento e con sempre maggiori esigenze. C’è bisogno di giovani colti, evoluti, propositivi, coraggiosi e in possesso delle conoscenze oggi indispensabili alla lavorazione del latte ed alla gestione della stalla, ottenibili solo dopo una esperienza pratica specifica, per essere specialisti efficaci e imprenditori capaci, disponibili ad una formazione approfondita, efficace e continua, dedicata alla conoscenza della razza, della caseificazione e delle sue produzioni, dall’origine alla storia recente del suo allevamento, dalle sue caratteristiche morfo-funzionali, a quella dei suoi prodotti, per saperli presentare e proporre esibendo la conoscenza a sostegno della tangibile qualità del latte della Cabannina, ed anche la competenza necessaria ad una buona e salubre lavorazione del latte.

L’affermazione di prodotti “antropologici”, come quelli della cabannina, esaltano particolarità peculiari della preziosa razza, oggi oggetto e scopo del lavoro di allevatori che la custodiscono con la cura, dovuta alla consapevolezza dei molteplici aspetti degni della considerazione loro concessa dal mercato.
D’altra parte i mercati sono di per sé, selettori molto esigenti: -sono regolati da codici comportamentali e commerciali semplici, chiari ed efficaci, non scritti, ben presenti nei fatti, dove nulla sfugge e nulla si dimentica, dove si possono incontrare onesti e furbastri ma le facce dei primi sono sempre le stesse, quelle degli altri cambiano spesso.
Gli allevatori della “Cabannina”, godono di una fiducia definibile aprioristica, dovuta al sempre più diffuso apprezzamento e alla considerazione che il mercato, rappresentato da chi, per le diverse possibili vie, ha conosciuto e avuto modo di apprezzare il valore dei suoi prodotti.
Ora, questo incoraggiante successo alimenta e consolida l’interesse all’attività agro-zootecnica e mette in evidenza le bibliche risorse che tornano ad essere riconosciute quali prospettive economiche, le più antiche che la storia ricordi.
E’ quasi sorprendente che per i giovani di oggi queste siano le nuove opportunità.
Ritengo giovi ricordare che i Romani, la cui storia è universalmente nota, ritenevano quello di Genova il miglior mercato del loro impero.

E’ pur vero che l’età non più fresca di molti allevatori, unita alla loro insufficiente fiducia nel domani, non favorisce quell’entusiasmo che sarebbe necessario per attrarre nuove, giovani ed entusiastiche forze. Le provvidenze pubbliche in favore della razza, oggi in atto, dovranno essere conservate e aggiornate. Il servizio che la Cabannina svolge sul territorio, dovuto al suo peculiare modo di pascolare, rustico ed efficace, dove sul terreno non lascia nulla, è un ulteriore pregio di questa nostra razza. E’ arrivato il momento in cui gli allevatori, per i loro bilanci, puntino sulla qualità dei loro animali e su quella del loro lavoro. Le norme che regolano l’allevamento della Cabannina, non prevedono
la selezione e, giustamente, ciò impedisce di trasformarla, in una razza specializzata in qualcuna delle sue virtuose attitudini, dovrà restare ciò che è!
Ritengo questa un’imposizione molto giusta; una razza con la storia della “nostra” Cabannina, con caratteristiche così moderne, funzionali e consolidate nel tempo, suscita certezze che, da sole, determinano e certificano il suo intrinseco valore.
La consistenza numerica delle fattrici da sempre monitorata è, da alcuni anni numericamente stabile. Per far sì che la preziosa popolazione non corra rischi, è necessario continuare a monitorare e possibilmente aumentare il numero delle riproduttrici, attraverso azioni di divulgazione e reperimento di nuovi allevatori, fornendo loro aiuti pratici e di indirizzo, al fine di introdurli nelle ormai sperimentate modalità di produzione, con il sostegno dell’APARC o di altri enti competenti e disponibili. Altro capitolo è quello che riguarda la consistenza numerica della popolazione: da alcuni anni appare stabile e, fino ad oggi, il trend produttivo, ha mantenuto livelli tali da garantire produzioni soddisfacenti e stabili, garantendo una sufficiente salute della razza.
L’età ormai matura di molti allevatori e il diffuso disinteresse dei giovani, ha colpito soprattutto la Val d’Aveto, mentre opposto è il trend registrato in altre aree, dove sono sorti nuovi allevamenti con annessi caseifici aziendali, funzionali ed efficienti condotti con convinzione, competenza, preparazione e conseguente successo. Per questo ritengo che le azioni di tutela e conservazione programmate a sostegno della “Cabannina” siano state ben poste e lungimiranti, ora è necessario gestire questa nuova situazione, con la determinazione e lo spirito di collaborazione necessari.
Va tenuto conto che le popolazioni bovine a limitata diffusione sono produttrici antiche, sperimentate e consolidate nell’umana convivenza dove hanno saputo adattarsi alle sue mutevoli esigenze temporali. In virtù di questo lunghissimo cammino, la popolazione “Cabannina”, suscita e ha suscitato l’attenzione e la considerazione umana che le è dovuta e, a questo suo ruolo evolutivo è legata anche la salvezza delle secolari attività agro-zootecniche e quindi del tessuto sociale, non solo della Val d’Aveto con cui ha condiviso il suo cammino esistenziale, dove i problemi della prima, la “Cabannina”, derivano dalle sempre più limitate forze che la seconda mette in campo.
L’invecchiamento e lo spopolamento delle valli interne genovesi, limitano le già difficili possibilità di ripresa ed anche e soprattutto per questa, ineluttabile causa, occorre pensare a provvedimenti innovativi, rivolti alle comunità umane interessate, soprattutto alle nuove generazioni e al come legarle, in termini sociali ed economici, al territorio e alle sue eccellenze, quali le razze animali da loro allevate.
Ritengo che la presenza sul territorio di un patrimonio genetico così prezioso, con un particolare interesse storico, zootecnico e naturalmente biologico, costituisca una grande, benché non ancora compiutamente valorizzata risorsa, dalla quale attingere, per rivitalizzare, dai punti di vista sociale, economico ed ambientale, le valli in cui viene allevata.
I Comuni interessati, la Comunità Montana e gli Enti Parco appartenenti all’area del suo allevamento, potrebbero promuovere programmi integrativi di pascolo stagionale, studiati e ponderati che, rispettosi degli interessi naturali e ambientali, potrebbero rappresentare rinnovate forze utili a consolidare e portare a termine l’incisiva opera di recupero già in atto.

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La Cabannina

Cabannina: caratteristiche morfologiche della razza bovina autoctona ligure.

 

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La Razza Bovina Cabannina è inserita nel Piano di Sviluppo Rurale della Regione Liguria tra le razze da salvaguardare.

I capi sono iscritti al Registro Anagrafico delle popolazioni bovine autoctone e a limitata diffusione, e al Libro Genealogico gestito dall’Associazione Nazionale Allevatori Razza Bruna (ANARB).

Le caratteristiche della Razza Bovina Cabannina sono definite dalle norme tecniche di selezione fissate dal Registro Anagrafico della razza stessa. La Cabannina è una razza a duplice attitudine (carne e latte) con prevalenza per il latte. La mammella è di buone dimensioni e la produzione media è di 26 quintali per lattazione con un contenuto di proteine di circa il 3,2%, di grasso 3,5% e di lattosio 5,3%.

E’ particolarmente rustica, di massa ridotta, che si adatta al pascolo in condizioni climatiche difficili caratterizzato da ambienti impervi, ricchi di arbusti e con foraggio frequentemente bagnato da nebbie e rugiade che i bovini cabannini sopportano senza alcun inconveniente. Gli esemplari di Razza Bovina Cabannina si caratterizzano per uno sviluppo limitato degli arti predisponente l’alpeggio e un grande sviluppo addominale predisponente un’elevata ingestione di foraggi. La taglia è medio-piccola: l’altezza al garrese media nei maschi è di 125 cm e nelle femmine di 118 cm; il peso per i maschi è di 500-550 kg e per le femmine 400-450 kg.

 

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Il colore del mantello è castano scuro, a volte bruno chiaro, ha sfumature intermedie e una riga mulina color crema che caratterizza la linea dorso-lombare e che degrada in sfumature rossicce. Le parti inferiori dell’addome, quelle distali e interne degli arti, presentano una tonalità di colore più chiaro. I peli corti e fini, ricoprono anche la mammella. La coda termina con un ciuffo abbondante e la cute è morbida con numerose pieghe sulla giogaia. Il musello è nero con un’ampia orlatura bianca e le corna, di media lunghezza, sono bianche alla base e nere in punta. Si presentano nella femmina sottili, dirette in fuori, in alto e poi leggermente indietro a forma di lira, mentre nei maschi sono più corte e tozze. Il collo è lungo, sottile, con scarsa giogaia e la testa è piccola, corta e ha profilo rettilineo. Gli occhi sono scuri e di media grandezza, le orecchie sono portate orizzontalmente. La linea dorsale è regolare, i lombi sono larghi e il garrese è serrato e affilato. La groppa è ben sviluppata (larga e lunga, leggermente spiovente) e le spalle sono fuse con il collo. Le cosce hanno buona muscolatura e profilo rettilineo e gli arti sono dotati di ossa fini, con piedi forti e unghielli durissimi.

Cabannina, razza antica ligure: Zona geografica.

 

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Nonostante per tradizione la zona di allevamento della razza bovina cabannina comprenda principalmente le zone collinari e montane dell’area dell'ex Provincia di Genova, per entità e continuità geografica, storica e culturale, e per l'unicità della razza bovina in Liguria, si intende considerare il bovino in oggetto come l'antica razza ligure. Di conseguenza l'area di allevamento ingloba tutto il territorio collinare e montano della regione Liguria, il territorio delle Quattro Province e tutte le restanti vallate, sia del versante padano sia del versante tirrenico, che discendono dall'Appennino Ligure.

 

Razza bovina cabannina: Tipologia di allevamento.

 

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L’allevamento è impostato con la tecnica estensiva e orientato alle regole dell’agricoltura tradizionale, di per sé naturalmente ecocompatibile e a basso impatto ambientale.

Gli animali sono allevati prevalentemente al pascolo ma è concessa la stabulazione qualora le condizioni ambientali, gestionali e vegetazionali non consentano il pascolamento. La stabulazione dei bovini deve rispondere alle loro esigenze comportamentali e deve offrire una superficie ben illuminata. In particolare le stalle devono possedere un’adeguata insolazione e areazione, per favorire la circolazione dell’aria, mantenere bassi i livelli di polvere e garantire livelli non nocivi di umidità relativa e concentrazione di gas. Le aree di riposo all’interno dei locali di stabulazione devono essere confortevoli, di facile pulizia e poste su pavimento compatto. I fabbricati e i recinti devono essere privi di asperità o pericoli per gli animali. L’allevamento deve rispettare le condizioni minime di igiene all’interno dei locali di ricovero: le attrezzature, le mangiatoie e gli abbeveratoi devono essere puliti con la necessaria frequenza e deve essere garantita una lettiera ampia, asciutta, ricoperta di paglia o di altri materiali vegetali e rinnovata quando necessario. La decornazione, da farsi entro le prime settimane di vita, è ammessa. E’ consentita la castrazione.

 

Vacca cabannina: alimentazione

 

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L’allevamento estensivo garantisce il massimo ricorso all’utilizzo delle risorse foraggiere spontanee del territorio e il minimo consumo di concentrati. L’alimentazione deve essere basata su foraggi locali, ossia del territorio descritto nella zona geografica, per almeno il 70% del fabbisogno dell’allevamento. L’utilizzo del territorio potrà avvenire con il pascolo, con il fieno e con il foraggio verde somministrato fresco o conservato senza l’utilizzo di conservanti o altre sostanze chimiche, purché rispettoso delle vocazioni e potenzialità offerte dalle superfici disponibili. Nel caso di annate problematiche e siccitose è possibile l'approvigionamento dei foraggi da tutte le regioni confinanti, rispettando comunque i requisiti di qualità e salubrità alimentari. I concentrati potranno essere utilizzati a compensazione dei fabbisogni non coperti dai foraggi per una quantità massima non superiore del 30% della razione giornaliera. Dovranno essere composti preferibilmente da miscele di cereali, di sottoprodotti di cereali e di legumi (fave, ceci, piselli), opportunamente integrati con sali e vitamine (max 2%) . L’allevamento dei vitelli prima dello svezzamento (minimo 3 mesi) deve garantire l’assunzione di colostro e un’alimentazione almeno parziale con latte non ricostituito. L’alimentazione non prevede l’utilizzo di urea, insilati di mais o altri cereali, di farine di origine animale e di paglia, ad eccezione di quella derivante dalla coltivazione di frumento senza l’uso di concimi chimici, diserbanti e di qualsiasi altro trattamento con prodotti chimici. Non sono ammessi alimenti contenenti organismi geneticamente modificati (OGM) e non è consentito il trattamento degli alimenti né con solventi, né con altre sostanze chimiche. Sono esclusi additivi, scarti di lavorazione industriale, oltre ai prodotti vietati per legge. E’ vietato l’impiego di qualsiasi sostanza di origine sintetica che favorisca la crescita e la produzione, che stimoli l’appetito o che alteri il normale sviluppo dell’animale.

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APARC
Associazione Produttori Allevatori Razza Cabannina

Registr. n° 3094 del 21-04-2016
C.F. 90071530100

Località: Costa del Prato, Perlezzi, Borzonasca (GE), 16041

Presidente: Luca Quirini: +393926338186

Pagina Facebook: Cabannina APARC

Pagina Instagram: @cabannina_razzaanticaligure